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martedì 6 marzo 2012

Ich bin eine Berlinere


Una settimana fa, in questo momento me ne stavo seduta dentro un ristorante su Potsdamer Platz mangiando qualcosa e bevendo birra prima di avventurarmi all'interno del Bundestag. E la malinconia mi assale!!

Un weekend bellissimo, in una città dinamica, una seconda breve Honeymoon con l'allegra compagnia di Filippo e Lars ma anche di Jo e Bill. A Berlino si, con un tedesco, un italiano, un irlandese e un americano....un piccolo mondo in una grande città.

Berlino mi ha accolta con entusiasmo ed energia, un calore talmente intenso che quasi riuscivo a dimenticare il vento gelido che mi soffiava sulle guance. Potsdamer Platz, la Porta di Brandeburgo, il monumento in ricordo degli ebrei e degli omosessuali vittime del nazismo. Una città che si evolve ma che non dimentica e fa di tutto per ricordare anche le cose per essa stessa negative.

Checkpoint Charlie e AlexanderPlatz al tramonto come suggerito da Andrea sono stati due momenti indimenticabili, pezzi di storia che ho ripercorso con trasporto perchè io quella storia me la sento dentro. Foto di ragazzi uccisi per la loro libertà, per aver voluto provare a scavalcare quel muro che li separava dalla vita. Immagini di persone chiuse come contorsionisti dentro a valige stipate nei portabagagli delle macchine. Donne che costruiscono mongolfiere perchè private dei loro figli che vivono al di la di quel muro invalicabile. Un muro che ha diviso quanto ha unito, perchè il sentimento di appartenenza ad un unica umanità è quello che la divisione ha portato nei cuori e nelle menti dei Berlinesi.

E su questo muro che ancora attraversa simbolicamente la città Berlino è rinata come capitale della Cultura. Si è vero che ci sono molti cantieri, ma  si ristrutturano edifici storici, o si costruiscono biblioteche o centri sociali, non case o abitazioni. Da ogni angolo di ogni singola strada si respira cultura, ricerca e storia. I Berlinesi lo sanno che "la storia siamo noi" e mettono un mattone sopra l'altro perchè hanno capito che non può esserci storia senza cultura.

E poi la baldoria, la spensieratezza, il buon cibo e l'ottima birra. La compagnia fantastica di due persone meravigliose con cui ho condiviso una cena tedesca (cucinata da un italiano) e la visita al Bundestag dove, solo un ora prima Angela e i suoi avevano deciso di aiutare la Grecia in crisi.

Tutto questo vissuto su una nuvola di romanticismo, un fantastico ritrovarsi a gustare con serenità e tranquillità la banalità di un caffè e la maestosità del Parlamento.

Berlino la porterò con me e ci porterò i miei figli perchè anche loro possano assaporare la speranza di un futuro.





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