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sabato 11 febbraio 2012

On Stage

Ieri sono stata a Bucine a vedere una rappresentazione sul tema "Il tempo delle differenze" a cura di Diesis Teatrango.


Sono arrivata infreddolita e impreparata e portando con me un vento gelido e una tiepida curiosità. Mi sono seduta su una poltrona vicino al corridoio in mezzo a studenti dell'ultimo anno del Liceo Scientifico di Montevarchi. 


Le luci si sono spente ed è iniziato lo spettacolo. Un turbinio di emozioni mi ha subito assalito: parole ripetute mi sono entrate  dentro, musiche conosciute mi hanno allietato la mente, mentre il vento che gonfiava le guance di Lear mi accapponava la pelle. 


Shakespeare, Paragraph 175Šostakovič, uno spettacolo completo, ricco, emozionante, e intrigante. Uno spettacolo che rappresenta le differenze passando attraverso personaggi letterari o eventi storici ma allo stesso tempo mostrate con tanta verità e chiarezza da diventare la più normale normalità. Ma anche la follia di chi condanna, di un comandante delle SS che disprezza e discrimina chi è già salvo quando in realtà l'unico folle è proprio lui che crede di controllare il mondo con la sua autorevolezza. Ma alla fine un grande senso di appartenenza ad un'unica umanità. Uniti nelle nostre differenze...
Questa è la prima cosa che mi sono portata a casa. 


La seconda è la mia prima volta sul palco: salire le scale e trovarsi li, nel posto che avevo sempre ammirato dalla platea o da qualche palchetto, il posto riservato agli attori, un posto quasi proibito o solo per pochi. Ecco quel posto che tanto distacco creava ora mi accoglieva come se fosse sempre stato li, a guardarmi come osservatore silenzioso mentre io occupavo meravigliata il mio posticino fra gli spettatori. Le luci puntate in volto, le mani di attori che ti prendono le braccia, voci da lontano che ti evocano e suscitano emozioni, ho vissuto tutto questo con stupore e curiosità ma non ho sentito nessuna paura, nessun distacco, nessun tremore. Un enorme grazie a Piero che per mano mi ha fatto entrare anche per sono pochi minuti nel suo magico mondo. 


La terza cosa che ho portato via è stato lo spettacolo a cui ho assistito dalla platea. 
Vedere e ascoltare ragazzi di 18 o 19 anni così interessati e così preparati è stato una meravigliosa scoperta. L'art pour l'art, l'arte che coinvolge e stimola al fine di creare altra arte, ma anche l'arte per tutti, sempre pronta ad accogliere e coinvolgere. I ragazzi del Liceo sono stati una nuova conferma che il futuro, il loro futuro può essere diverso perché sono già pronti a vivere l'arte in ogni sua forma con passione. Un paio di loro hanno fotografato lo spettacolo, e devo dire con risultati strepitosi. Ho visto le foto su Facebook, un gran gioco di luci.
Alla fine un breve dibattito con due esperti in linguaggio visivo, se non erro, dibattito a cui i ragazzi hanno partecipato con entusiasmo e soprattutto rispondendo con concretezza alle domande che venivano poste.


La domanda fondamentale era: che cosa avete portato quando siete arrivati e cosa vi portate via? La mia risposta l'avete già letta.




http://www.diesisteatrango.it/




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