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lunedì 25 giugno 2012

L' amore di una vita.

Ieri sera si è giocata Italia-Inghilterra, quarti di finale di questo Euro2012.
Una partita ad alta tensione che è finita nel modo più giusto. Ma il mio post non è una cronaca sul match, per quello ci sono centinaia di pagine di giornali e altrettanti link.
Il mio post è sulle riflessioni e sui pensieri che ho avuto ieri sera con il cuore a 180. Come potrebbe essere la mia vita senza il calcio? ...ecco io non riesco ad immaginarmela.
Avevo 10 anni quando la nazionale vinse il terzo mondiale, e mi ricordo tutto di quella sera compreso il boato che arrivò alle mie orecchie al gol di Tardelli.
Durante le elementari mio padre mi ha portata un paio di volte a vedere il Milan, retrocesso in B, ad Arezzo o in altri stadi vicini.
Messico '86 l'ho visto in Sardegna, con la ricerca del segnale alla Pieraccioni nel "Il Ciclone".

Quando ci sono gli Europei o i mondiali i ritmi della giornata o dell'intera settimana girano intorno ad una partita, è così da sempre e credo che non cambierà mai.

Il calcio è una grande storia d'amore, ti mette tensione, ti delude, ti ferisce e ti regala le emozioni e le gioie più belle! Il calcio non è 20 idioti che corrono dietro un pallone, (stereotipo di coloro che sinceramente del calcio ne sanno poco e nulla) il calcio è uno sport che si gioca con intesa, con il cuore, con la testa e con i muscoli. La partita di ieri ha dimostrato che la tattica supera la forza fisica che chi ha "le palle" e i nervi più resistenti alla fine vince. Ieri sera ha vinto il coraggio di Pirlo, la prepotenza fisica di Balotelli, le gambe di Montolivo e di Abate, l'esperienza di Buffon e Prandelli, che, inconsapevole di avere una cavalletta sulla giacca ha condotto la squadra alla semifinale. (just to name a few...)




E se poi nella vita hai la fortuna di vedere l'Italia vincere una coppa del mondo, ecco allora non ti accontenti più ed ogni volta soffri e gioisci come la prima. Ci metto pure i riti scaramantici, stessi vestiti, rigorosamente da lavare e stirare entro la partita successiva, stessi posti, stesso cibo. Intorno al calcio ci gira di tutto, dalle scommesse alla passione condivisa, perché è scontato che una partita della nazionale va vista in compagnia perché soffrire in compagnia e gioire in compagnia è straordinariamente più bello! In altre parti del mondo non è così, in Italia lo è, e se per alcuni di voi questo post può sembrare stupido, io sono felice di avere il calcio nella mia vita!

A giovedì...


martedì 29 maggio 2012

Amarcord...



Caro Lorenzo,

oggi sono 12 anni che fai parte della mia vita, anzi 12 anni e 9 mesi poiché sei stato con me fin dal giorno in cui ho scoperto di averti nella mia pancia. Ed eccoci qua, sei cresciuto, e noi siamo diventati grandi. Il mondo è cambiato, erano solo 12 anni fa ma sembrava tutto più facile.

Non c'era crisi e c'era speranza. Quell'anno Valentino Rossi iniziava a vincere e tutti erano diventati centauri, anch'io andavo in giro con la vespa del babbo, nonostante il pancione!
Perdemmo l'Europeo in una terribile finale con la Francia con il golden goal di Trezeguet.
Luna Rossa disputò l'America's  Cup contro New Zealand e babbo si alzava di notte per vedere le regate. La Lazio vinse il campionato. Ma fu anche l'anno del grande Giubileo e dell'ultimo drammatico volo del concorde. American Beauty vinse il premio oscar la Sony lanciò sul mercato la PS2.

Per quanto ci riguarda eravamo due giovani genitori con una creatura meravigliosa che illuminava i nostri passi e che giorno per giorno come per magia sistemava le cose: il babbo si laureò un mese esatto dopo la tua nascita e io finìi i miei esami e conclusi la tesi di laurea. Stavo già lavorando e babbo trovò lavoro in brevissimo tempo.

Sono passati 12 anni e dopo questo giro amarcord non ho nessuna voglia di parlarti di quanto sia cambiato il mondo intorno a noi in questo decennio. L'unica cosa che sento di dirti è di augurarti un felice compleanno, che sia un giorno ricco di sorrisi e di affetto, a domani ci penseremo domani.

Mamma




lunedì 21 maggio 2012

L'Italia trema



Un week end surreale quello appena trascorso. Due giorni di tristezza, paura, sgomento, rabbia.
E la solitudine, la mancanza di fiducia verso coloro che avrebbero il compito di tutelarti, garantirti un lavoro o almeno il diritto di studio ai nostri figli e che invece non ti fanno neanche sentire sicuro a casa tua. E cercare parole, che ancora non trovo, per spiegare ai miei figli quello che è successo.

Ricordo ancora le lacrime dei miei genitori quando in un pigro pomeriggio di agosto arrivò la notizia della strage di Bologna. O il silenzio a tavola, dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Sono cresciuta in una famiglia che si sentiva parte della storia, e io ne sono orgogliosa. Ma sembra che oggi la storia sia fatta da altri, da un gruppo di persone che ti monta la scenografia intorno e ti fa vivere a seconda del loro umore e del loro tornaconto.

La strumentalizzazione è l'azione più diffusa, noi stessi veniamo strumentalizzati, così come le vittime di stragi o di terremoti, sbattute sulle pagine dei giornali o in qualche servizio della d'Urso.

Poi vedo, nella stessa tv, i ragazzi di Brindisi tornare nelle loro aule con uno striscione: "non ci fate paura" e tutto cambia, tutto riprende vita. La speranza, il coraggio, la voglia di cambiare questo schifo.
E subito dopo l'ultim'ora di un padre che ha gettato dal balcone i figli e poi si è suicidato. Follia o vittime di questo paese allo sbando?
Verità e chiarezza, ne ho bisogno per sapere chi sono e dove sono!

Costruiamo un ponte sopra a queste acque in tempesta.




martedì 6 marzo 2012

Ich bin eine Berlinere


Una settimana fa, in questo momento me ne stavo seduta dentro un ristorante su Potsdamer Platz mangiando qualcosa e bevendo birra prima di avventurarmi all'interno del Bundestag. E la malinconia mi assale!!

Un weekend bellissimo, in una città dinamica, una seconda breve Honeymoon con l'allegra compagnia di Filippo e Lars ma anche di Jo e Bill. A Berlino si, con un tedesco, un italiano, un irlandese e un americano....un piccolo mondo in una grande città.

Berlino mi ha accolta con entusiasmo ed energia, un calore talmente intenso che quasi riuscivo a dimenticare il vento gelido che mi soffiava sulle guance. Potsdamer Platz, la Porta di Brandeburgo, il monumento in ricordo degli ebrei e degli omosessuali vittime del nazismo. Una città che si evolve ma che non dimentica e fa di tutto per ricordare anche le cose per essa stessa negative.

Checkpoint Charlie e AlexanderPlatz al tramonto come suggerito da Andrea sono stati due momenti indimenticabili, pezzi di storia che ho ripercorso con trasporto perchè io quella storia me la sento dentro. Foto di ragazzi uccisi per la loro libertà, per aver voluto provare a scavalcare quel muro che li separava dalla vita. Immagini di persone chiuse come contorsionisti dentro a valige stipate nei portabagagli delle macchine. Donne che costruiscono mongolfiere perchè private dei loro figli che vivono al di la di quel muro invalicabile. Un muro che ha diviso quanto ha unito, perchè il sentimento di appartenenza ad un unica umanità è quello che la divisione ha portato nei cuori e nelle menti dei Berlinesi.

E su questo muro che ancora attraversa simbolicamente la città Berlino è rinata come capitale della Cultura. Si è vero che ci sono molti cantieri, ma  si ristrutturano edifici storici, o si costruiscono biblioteche o centri sociali, non case o abitazioni. Da ogni angolo di ogni singola strada si respira cultura, ricerca e storia. I Berlinesi lo sanno che "la storia siamo noi" e mettono un mattone sopra l'altro perchè hanno capito che non può esserci storia senza cultura.

E poi la baldoria, la spensieratezza, il buon cibo e l'ottima birra. La compagnia fantastica di due persone meravigliose con cui ho condiviso una cena tedesca (cucinata da un italiano) e la visita al Bundestag dove, solo un ora prima Angela e i suoi avevano deciso di aiutare la Grecia in crisi.

Tutto questo vissuto su una nuvola di romanticismo, un fantastico ritrovarsi a gustare con serenità e tranquillità la banalità di un caffè e la maestosità del Parlamento.

Berlino la porterò con me e ci porterò i miei figli perchè anche loro possano assaporare la speranza di un futuro.





sabato 11 febbraio 2012

On Stage

Ieri sono stata a Bucine a vedere una rappresentazione sul tema "Il tempo delle differenze" a cura di Diesis Teatrango.


Sono arrivata infreddolita e impreparata e portando con me un vento gelido e una tiepida curiosità. Mi sono seduta su una poltrona vicino al corridoio in mezzo a studenti dell'ultimo anno del Liceo Scientifico di Montevarchi. 


Le luci si sono spente ed è iniziato lo spettacolo. Un turbinio di emozioni mi ha subito assalito: parole ripetute mi sono entrate  dentro, musiche conosciute mi hanno allietato la mente, mentre il vento che gonfiava le guance di Lear mi accapponava la pelle. 


Shakespeare, Paragraph 175Šostakovič, uno spettacolo completo, ricco, emozionante, e intrigante. Uno spettacolo che rappresenta le differenze passando attraverso personaggi letterari o eventi storici ma allo stesso tempo mostrate con tanta verità e chiarezza da diventare la più normale normalità. Ma anche la follia di chi condanna, di un comandante delle SS che disprezza e discrimina chi è già salvo quando in realtà l'unico folle è proprio lui che crede di controllare il mondo con la sua autorevolezza. Ma alla fine un grande senso di appartenenza ad un'unica umanità. Uniti nelle nostre differenze...
Questa è la prima cosa che mi sono portata a casa. 


La seconda è la mia prima volta sul palco: salire le scale e trovarsi li, nel posto che avevo sempre ammirato dalla platea o da qualche palchetto, il posto riservato agli attori, un posto quasi proibito o solo per pochi. Ecco quel posto che tanto distacco creava ora mi accoglieva come se fosse sempre stato li, a guardarmi come osservatore silenzioso mentre io occupavo meravigliata il mio posticino fra gli spettatori. Le luci puntate in volto, le mani di attori che ti prendono le braccia, voci da lontano che ti evocano e suscitano emozioni, ho vissuto tutto questo con stupore e curiosità ma non ho sentito nessuna paura, nessun distacco, nessun tremore. Un enorme grazie a Piero che per mano mi ha fatto entrare anche per sono pochi minuti nel suo magico mondo. 


La terza cosa che ho portato via è stato lo spettacolo a cui ho assistito dalla platea. 
Vedere e ascoltare ragazzi di 18 o 19 anni così interessati e così preparati è stato una meravigliosa scoperta. L'art pour l'art, l'arte che coinvolge e stimola al fine di creare altra arte, ma anche l'arte per tutti, sempre pronta ad accogliere e coinvolgere. I ragazzi del Liceo sono stati una nuova conferma che il futuro, il loro futuro può essere diverso perché sono già pronti a vivere l'arte in ogni sua forma con passione. Un paio di loro hanno fotografato lo spettacolo, e devo dire con risultati strepitosi. Ho visto le foto su Facebook, un gran gioco di luci.
Alla fine un breve dibattito con due esperti in linguaggio visivo, se non erro, dibattito a cui i ragazzi hanno partecipato con entusiasmo e soprattutto rispondendo con concretezza alle domande che venivano poste.


La domanda fondamentale era: che cosa avete portato quando siete arrivati e cosa vi portate via? La mia risposta l'avete già letta.




http://www.diesisteatrango.it/




venerdì 3 febbraio 2012

"Infinita letizia della mente candida" AKA "Se mi lasci ti cancello"

Quando i film vengono demoliti per colpa di una traduzione succede che il film, purché bellissimo diventi un flop perché considerato dal titolo un cinepanettone. E' il caso di "The eternal sunshine of the spotless mind" ieri sera su Sky Passion tradotto in italiano con un banalissimo "se mi lasci ti cancello".
Ecco il mio post è per coloro che ancora non hanno apprezzato l'originalità della storia, e la profondità di questo film. Jim Carrey e Kate Whinslet in una prestazione che è passata in sordina forse perché con due attori così e con un titolo del genere, il pubblico italiano ha ben pensato che si trattasse di una commediola da due lire. Invece IMDB premia il regista  Michael Gondry con ben 8 stelle e mezza su 10.
Il film è straordinario ed è entrato nella mia vita e in quella di mio marito in un momento particolare, credo che sia stato tra le motivazioni che ci hanno fatto pensare al matrimonio, quindi può essere che non sia troppo obiettiva nella sua valutazione ma se vi capita fatevi catturare da questa storia originale e trascinatrice. E passate poi la notte a riflettere sul messaggio profondo che si nasconde dietro un turbinio di ricordi e flash back. Non vi dico niente della trama, sappiate che è avvolgente e che vi ritroverete alla fine del film in un batter d'occhio. Nel film viene citato un verso di Alexander Pope che poi è il titolo stesso. Eccolo: 
How happy is the blameless vestal's lots
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray'r accepted, and each wish resigned.

Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale,
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.

Last but not least la canzone che per più volte accompagna alcune scene del film:



Se vi capita...buona visione!

Ops questo era il nome che avevamo assegnato al nostro matrimonio al tavolo di Giammarco, Susy, Gigi, Richard, Riccardo e Francesco con rispettive consorti!




martedì 31 gennaio 2012

I social network che commuovono.

Due anni fa su Twitter ho conosciuto un ragazzo di Milano, Alessio, simpatico, preparato, sempre con la battuta pronta. E' stato uno dei miei primi following e follower di conseguenza. Poi, programmando le vacanze in USA mi ha dato alcuni consigli, e siamo finiti per incontrarci in Florida.
Alessio è un cancer survivor, ha avuto sette tumori e per sette volte si è sentito dire che i suoi giorni erano limitati. Invece per sette volte ce l'ha fatta e ora si dedica, da qualche anno alla handbike.
A novembre dello stesso anno è venuto a trovarci e la sua energia ha rischiarato quella domenica grigia d'autunno. Stamani una sua mail. Una squadra vuole portarlo alla NYC Marathon. Insomma il suo sogno diventa realtà. Mi sono commossa, non ho resistito, la vita a volte ti ripaga e lui lo meritava davvero!
Ma è strano come tutto questo sia stato possibile con un tweet, con uno scambio di fredde parole su quello che per molti è definito un freddo social network. Beh quelli che ritengono che i social network siano freddi o che non siano abbastanza chiari, beh io a loro dico di farne a meno. Io ho tratto da un tweet una delle più belle amicizie della mia vita. Il resto è solo vetrina....
Non pubblico foto di Alessio, ma qui è dove abbiamo condiviso una splendida cena!

Naples Fl Agosto 2010